venerdì 31 ottobre 2003

LA MESSA DI S. PIO V

LA MESSA DI S. PIO V

L'Ordo Missae detto di San Pio V è servito egregiamente per secoli e secoli, anche per i Santi che oggi si vanno canonizzando. Perché il cosiddetto Messale di San Pio V è ben più antico, è il rito romano tradizionale, la Messa cioè quale sostanzialmente è stata celebrata a Roma fin dai tempi apostolici, sia pure lentamente arricchita di riti e di orazioni.
Lo spiega molto bene anche il card. Ratzinger nella sua autobiografia:
"rimasi sbigottito per il divieto del messale antico, dal momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia. Pio V e non diversamente da lui, anche molti dei suoi successor avevano rielaborato questo messale, in un processo continuativo di crescita storica e di purificazione, in cui, pero', la continuità non veniva mai distrutta. Un messale di Pio V che sia stato creato da lui non esiste. C'è stata la rielaborazione da lui ordinata, come fase di un lungo processo di crescita storica.

Dopo il concilio di Trento, per contrastare l'irruzione della riforma protestante che aveva avuto luogo soprattutto nella modalità di "riforme" liturgiche, tanto che i confini tra cosa era ancora cattolico e cosa non lo era più, spesso erano difficili da definire. In questa situazione di confusione, resa possibile dalla mancanza di una normativa unitaria e dall'imperante pluralismo liturgico eredito dal tardo medioevo, il Papa decise che il Missale Romanum, il testo liturgico della città di
Roma, in quanto sicuramente cattolico, doveva essere introdotto dovunque non ci si potesse richiamare a una liturgia che risalisse ad almeno duecento anni prima. Dove questo si verificava, si poteva mantenere la liturgia precedente, dato che il suo carattere cattolico poteva essere considerato sicuro" (J. Ratzinger La mia vita pp. 111-112).

San Pio V, dunque, non fece altro che estendere a tutto l'Occidente la Messa romana tradizionale quale barriera contro il protestantesimo.
San Pio V abolì non il rito romano tradizionale, ma tutti gli altri riti che non datavano da 200 anni e li abolì perché inquinati di protestantesimo o almeno sospetti di infiltrazioni protestantiche, estendendo a tutto l'Occidente il Messale romano perché "sicuramente cattolico".

Secondo alcuni studiosi non è detto che Paolo VI abbia realmente abolito l'uso del Messale di Pio V . Questo sarebbe ancora da dimostrare, come è tutto da dimostrare che egli avesse la volontà di abolire il più venerando rito della Chiesa latina per semplici motivi pastorali cioè, senza altro motivo che quello di compiacere i protestanti.
Nella costituzione Missale Romanum di Paolo VI, infatti, non si legge la solenne formula abrogativa ed imperativa che si legge nella Quo Primum di San Pio V.
Che Paolo VI, promulgando il Novus Ordo, avesse abolito l'uso del Messale di San Pio V fu del resto così poco chiaro che da Vescovi di tutto il mondo giunsero alla Santa Sede interpellanze in merito, come attesta uno dei principali artefici del Novus Ordo Missae, mons. Annibale Bugnini ne La riforma liturgica (CL V-Edizioni Liturgiche, Roma 1983).

Tratto da:
http://www.cattolicigenovesi.org/voce_01.html

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